L’Aquila. Nel 2015, anno dell’ Expo che sta per concludersi, accesi sono stati i dibattiti nel nostro Paese sulla qualità di ciò che mangiamo e soprattutto sul futuro dei nostri imprenditori di fronte al mercato della grande industria. Ad esempio le proteste della Coldiretti contro la circolazione nel mercato italiano dei formaggi con latte in polvere, richiesta dall’Unione Europea, sono state numerose. Tuttavia, sebbene in un’ economia a rischio per settori come quello alimentare, non si è spenta l’intraprendenza di molti allevatori ed agricoltori abruzzesi.
Un inconfondibile cappello di lana ed una barba folta incorniciano un sorriso di bonaria semplicità: un pastore d’altri tempi, si direbbe, ma Gregorio Rotolo è molto di più. Con la sua azienda agricola tra le montagne di Scanno produce carni e latticini biologici che hanno avuto riconoscimenti in Italia e all’estero. Allevamento estensivo, su territori solo sfiorati dalla mano dell’uomo, e formaggi esclusivamente a latte crudo e a stagionatura naturale costituiscono garanzie di qualità. Il Gregoriano, formaggio a pasta molle, simbolo gastronomico della valle scannese, può essere un esempio per tutti.
Merito del successo di Gregorio sono senz’altro le conoscenze secolari tramandate dai suoi antenati abruzzesi, ma anche la capacità tutta moderna del piccolo imprenditore, che riesce a pubblicizzare i propri prodotti, esportandoli al grande pubblico. Non è un caso che la sua azienda sia stata scelta tra i trecento produttori di tutta Italia che in questi giorni si sono trasferiti a Milano per partecipare alla decima edizione di Golosaria, rassegna enogastronomica dedicata alle eccellenze italiane. Lì, accanto ad altri colleghi abruzzesi, Gregorio ha avuto l’opportunità di presentare e vendere i frutti del proprio lavoro. Alla faccia del formaggio “senza latte”! Diego Renzi