“Abbiamo lavorato per ridurre al minimo il rischio contagio ma la scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’Iss per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe. Dal 14 la partita della scuola diventa molto sanitaria. Il caso di Roma al Marymount dimostra come il protocollo sta funzionando: inizialmente si era parlato di 65 persone che dovevano andare in quarantena, poi si è stabilito che solo 9 andranno in quarantena e seguiranno la didattica a distanza”, ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
I docenti non possono rifiutarsi di lavorare da remoto, “le linee guida stabiliscono che se la classe è in quarantena la didattica deve continuare. Io credo ci voglia anche buonsenso, tutti i paesi europei stanno facendo così”.
“Matteo Salvini? Sono diventato il suo pane quotidiano, vorrei chiedergli se lui si è impegnato a collaborare un pò sulla ripartenza delle scuole o se ha usato il tema come una clave elettorale, terrorizzando famiglie e studenti. Ma ce l’ha una coscienza o ha solo gettato nel panico studenti e studentesse? Negli altri Paesi le opposizioni hanno collaborato con il Governo”. Lo ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, alla trasmissione ‘Agorà’ su Rai 3.
Azzolina ha rivendicato l’operato del Governo sulla scuola. “Siamo l’unico Paese – ha ricordato – che dà le mascherine gratis, che ha messo due miliardi di euro per la ripartenza”. Quanto alle accuse di confusione sulla comunicazione, la ministra ha spiegato che “piuttosto che leggere i social e, purtroppo, diversi giornali, bisognava guardare i documenti prodotti dal ministero: da lì passano le notizie ufficiali. E’ un puzzle complesso costruito su più competenze, ma le notizie ufficiali sono quelle che pubblichiamo noi”. “Io”, ha aggiunto, “sono sicura di aver lavorato in scienza e coscienza, così come tutto il personale scolastico. Abbiamo fatto tutto il possibile; certo, si può sempre migliorare”.
“Abbiamo lavorato per trovare nuovi spazi e garantire il distanziamento di un metro in classe. Se c’è il metro di distanza la mascherina può non essere usata. Si deve usare nei momenti di dinamicità, quando si è in movimento, si va alla toilette, durante la ricreazione, certo non quando si mangia”, ha continuato la ministra pentastellata, “ci saranno spazi Covid ad hoc all’interno della scuola” per verificare le condizioni degli studenti. “Si chiamano i genitori e si mettono in contatto con il Dipartimento di igiene territoriale, si farà il tampone e se c’è positività, grazie al registro dei contatti si capirà quante persone devono andare in quarantena. Gli studenti in quarantena cominceranno a fare didattica a distanza”, ha concluso, “e ci sono contributi alle famiglie per lo smart working”.